Articolo tratto dal quotidiano “La Nuova Venezia” del 28.02.2019, scritto da Giovanni Cagnassi.
Premi di preparazione, il calcio Ponte Crepaldo deve prepararsi a sborsare soldi per i nuovi giocatori integrati nella società che milita nella prima categoria. Altro che dilettanti allo sbaraglio. Non siamo certo ai premi esorbitanti della serie A, ma a questi livelli pagare per giovani giocatori reclutati più che altro per aiutarli a inserirsi con nuovi amici è davvero troppo. Il presidente Giuseppe Filippi pensava soprattutto al ruolo sociale del calcio, all’integrazione di giovani, soprattutto stranieri, che nella squadra avrebbero trovato degli amici. E invece, dopo aver preso nella società cinque ragazzini tutti tra i 17 e i 18 anni prelevati da altre società della zona che ambivano solo a dei campioni formati, si è trovato il conto da pagare: circa 5 mila euro. L’allenatore della squadra Juniores del Ponte Crepaldo, responsabile del settore giovanile Flavio Prisco è a sua volta rimasto senza parole così come il presidente Filippi che ha annunciato ricorsi alla federazione perché non ha assolutamente intenzione di pagare queste cifre. La questione è esplosa in particolare con un giovane straniero che era stato accolto proprio per aiutarlo a inserirsi nella comunità e non perdere gli amici. «Il discorso dei premi preparazione », spiegano, «purtroppo, è un tasto spinoso che, chi di dovere, sembra non voler toccare, favorendo involontariamente società che approfittano di questa situazione semplicemente per fare cassa, penalizzando in primis i giovani calciatori, costretti a piegarsi alla loro mercé ». «Viene trafitto economicamente il cuore sempre più debole di altre società», proseguono, «che hanno una diversa mentalità e che fanno soprattutto un’azione sociale inserendo degli atleti, con problematiche particolari di inserimento, ma che, a fine stagione, si vedono recapitare richieste economiche esorbitanti, per atleti a volte impiegati relativamente poco nelle partite». «La nostra società», conclude, «ha ricevuto la richiesta di ben cinque premi preparazione da società che si ritengono serie e fiore all’occhiello del calcio del “Basso Piave”, ma agli occhi di chi conosce i fatti sono società vampire, avide di denaro, per programmare in modo sinistro le proprie stagioni sportive. La Ponte Crepaldo, come tante altre società, si dichiara parte lesa di un sistema che va assolutamente rivisto e corretto». Non è d’accordo Bepi Ruzza, presidente regionale della Figc che conferma come le regole siano chiare e valide per tutti: «Il premio di preparazione è codificato in un articolo preciso voluto dalla federazione per tutelare le piccole società in caso di cessione di giocatore con vincolo triennale. Alla società che cede viene riconosciuta una somma valutata a seconda della categoria e altri parametri. Non si scappa, anche se talvolta ci sono accordi tra le società che comunicano tra loro».
Alcune precisazioni ed aggiunte a quanto scritto in questo articolo dal giornalista della Nuova Venezia. I calciatori in questione non sono dei ragazzi solitamente impiegati dal Ponte Crepaldo in Prima Categoria, situazione che potrebbe giustificare il costo del cartellino richiesto, ma nella Juniores provinciale. Uno di questi non ha nemmeno i requisiti fisici per giocare ma viene ugualmente tenuto in gruppo, senza giocare, per permettergli di socializzare con i suoi coetanei. Tutti e 5 i ragazzi dopo essere stati tesserati per uno (o più anni) in un paio di società da queste sono stati “lasciati liberi” e senza vincoli. Sono quindi venuti a chiederci di aggregarsi alla nostra juniores. Questa normativa è assurda e subdola perchè alla società non viene chiesto nulla per il cartellino al momento del tesseramento, il fardello da pagare arriva poi al termine della stagione sportiva. Con questa spada di Damocle che pende sulla testa di questi giovani ragazzi, riteniamo che una volta svincolati da una società difficilmente ne troveranno un’altra disposta a tesserarli con il rischio di dover pagare un migliaio di Euro per ciascuno di essi. Le affermazioni del Presidente Ruzza, che sarà in carica fino alle prossime elezioni del 2020, non sono condivisibili ed in particolar modo quando dice: «Il Premio di preparazione serve a tutelare le piccole società», in realtà è l’opposto perchè la mazzata da pagare mette in seria difficoltà le piccole società. Quella che lui definisce “piccola società da tutelare” si può permettere di stipendiare dei mercenari sudamericani, mentre i nostri giovani li lascia liberi con la speranza che vengano tesserati da qualcun altro al quale chiedere poi il premio di preparazione. Poi parla di “vincolo triennale”, ma non c’è alternativa quando si procede a tesserare un giovane calciatore lasciato libero da altra società. Quindi accenna al fatto che ci possono essere accordi tra le società, a quale genere di accordi si riferisce? Sono leciti?