Caorle, l’iscrizione in Prima Categoria è a rischio e la società è nel completo marasma. A dieci giorni dalla scadenza delle iscrizioni (il termine ultimo è stato fissato per il 24 luglio), la storica società rossoblu non ha ancora un consiglio direttivo e men che meno un progetto di squadra con la quale si possa pensare di affrontare la Prima Categoria. Dell’organico dello scorso anno è rimasto solamente uno sparuto numero di giovani che chiedono con insistenza di essere ceduti. Una crisi societaria creatasi in seguito al preannunciato addio, dopo diciotto anni di presidenza, di Guido Braida. Dopo i ritiri di un paio di cordate, il massimo dirigente uscente, a tutt’oggi, è ancora in attesa di qualcuno che gli subentri. Purtroppo, anche i propositi di un gruppo di dirigenti, quasi tutti genitori del settore giovanile, i quali, dopo aver osteggiato l’ambizioso progetto di fusione con il La Salute, non più tardi di qualche settimana fa avevano presentato alla città un proprio progetto sportivo al Palaexpomar, non sono stati supportati dai fatti. Uno alla volta si sono defilati dal progetto alzando bandiera bianca già in partenza. A questo punto, solo un miracolo potrebbe salvare una situazione ormai compromessa che mette concretamente a rischio non solo la Prima Categoria, ma la stessa continuazione del calcio in riva all’Adriatico. Quel che è certo è che in assenza di successori, Guido Braida tra qualche giorno si recherà in Municipio a consegnare la squadra. La patata bollente passerà dunque sui tavoli di Luciano Striuli e Giuseppe Boato, rispettivamente Sindaco e Assessore allo Sport di Caorle. Peraltro, era stato proprio Boatto a proporre in tempi non sospetti la fusione con il La Salute quale migliore soluzione per riportare in alto il calcio del litorale. Non è escluso che ci possa essere un ritorno di fiamma in tal senso, visto che anche a La Salute non hanno mai chiuso la porta ad una simile eventualità.
Scritto da Andrea Ruzza per il quotidiano Il Gazzettino